“Stavano cucendo uniformi dell’esercito inglese,
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Pubblicità "Singer" risalente agli anni dell'operazione libica, ne mostra l'utilizzo al campo militare |
a migliaia, giubbe e calzoni. Giorno dopo giorno, i tagli di stoffa color cachi arrivavano da una fabbrica nella strada accanto, grossi scatoloni di cartone pieni di maniche, dorsi e gambe; loro li cucivano e li mandavano in un’altra piccola fabbrica, dove facevano le asole e attaccavano i bottoni. Eranopagate a seconda di quanti pezzi riuscivano a finire.
[…]
Mannie aveva
imparato il mestiere da suo padre, poi aveva messosu un’impresa più ambiziosa.
La guerra era una manna per i suoi affari. Da
agosto a Natale si erano arruolati come volontari un milione di uomini, e ognuno aveva
bisogno di un’uniforme. Mannie stava reclutando
tutte le cucitrici che riusciva a trovare.”
(da “La caduta dei Giganti – pag 399”)
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Il prototipo di Thimonnier |
Anche se stabilirne la paternità è complicato le macchine
da cucire risalgono alla seconda metà del diciottesimo secolo ma, la prima
veramente funzionate, fu quella creata nel 1830 dal sarto francese Barthelemy
Thimonnier.
Qual’ è il legame fra la macchina da cucire e il mondo
della guerra?
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Una delle prime macchine da cucire "Singer" |
In realtà è una relazione molto stretta infatti
Thimonnier con la sua invenzione ebbe successo grazie ad un contratto con l’esercito
francese per una produzione che poteva contare su 80 macchine per preparare le
uniforme militari. La sua macchina poi andò distrutta e dopo molti giochi di
brevetti e privilegi,
specialmente negli USA, si arriva al 1854 quando Elias
Howe e Isaac Singer, uscenti da una lotta legale, fondarono un’ industria di
macchine da cucire il cui marchio divenne famoso in tutto il mondo.
Le macchine a cucire di un tempo erano spesso decorate;
occorre notare anche però che la produzione non
si focalizzava soltanto negli
usa. Parallelamente infatti nasce il noto marchio PFAFF in Germania nel 1862
che vantava una velocità di cucitura di 200 punti al minuto mentre in Italia
arrivano la Necchi nel 1919 (pubblicizzata “Vigor”) e la Borletti (che adottava
lo slogan “punti perfetti”).
Il romanzo, La caduta dei giganti, ci porta con Ethel,
giovane gallese, in una sartoria militare degli ultimi momenti antecedenti lo
scoppio della guerra dove si stanno cucendo le uniformi dei soldati inglesi.

Inoltre il soldato aveva in dotazione anche una gavetta,
una bisaccia dove conteneva effetti personali e una cintura di cuoio in cui
portare le munizioni. Sulla cintura di cuoio si vedeva impresso il marchio “M.
E. Co” ossia il nome dell’azienda Mills Equipment Company.
La Mills lavora già dal 1906 per l’esercito britannico
quando riceve un ordine di prova di 1300 uniformi. Quest’ultimo, soddisfatto
del risultato ottenuto, commissiona alla Mills Company la produzione delle
divise che comincia nel 1908 su questo nuovo modello, indossato in tutta la
prima metà della guerra, chiamato “Web Equipment, Pattern 1908”.
Nota (1) da <http://moda.san.beniculturali.it/wordpress/wp-content/uploads/2011/11/MacchineCucire.pdf>
Fonti:
<http://moda.san.beniculturali.it/wordpress/wp-content/uploads/2011/11/MacchineCucire.pdf> (consultato 11/06/2013)
<http://battlefields1418.50megs.com/uniform1.htm> (consultato 11/06/2013)
<http://daily.wired.it/news/tech/2013/02/21/brevetto-macchina-da-cucire-36782.html#?refresh_ce> (consultato 11/06/2013)
<http://www.karkeeweb.com/patterns/1908/1908_introduction.html> (consultato 11/06/2013)
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